sabato 10 marzo 2012

XOP Mombello













1 commento:

  1. Solo in B/N si poteva fare un servizio così. La location è l'XOP di Mombello, struttura ospedaliera in buona parte abbandonata, e frequentata solo da fotografi e gente strana. Accompagnati da un amico quattroterzista che aveva fatto una esplorazione preventiva qualche settimana prima, ci siamo presentati armati di panini, bibite, cavalletti, qualcuno persino dotato di Hasselblad. Malgrado l'oscurità, quasi tutti hanno snobbato il flash. Gli edifici sono tutti facilmente raggiungibili, non ci sono veri sbarramenti. Il gruppo si sfalda rapidamente, ognuno perso nel suo immaginario fotografico che qui si condisce di luci violente, materassi sventrati, oggetti inattesi, messaggi sui muri. La tecnica è rigorosamente "slow photo": cavalletto, messa a fuoco manuale, speso uso il live-view. Il silenzio è "spesso". Mentre sono fermo a riprendere una sedia immersa in una luce "mistica", una liceale a caccia di stranezze per una ricerca scolastica svolta l'angolo, mi vede chino sul cavalletto e lancia uno strillo... Chi dei due è il più sano? La postproduzione di queste foto è abbastanza omogenea: trasformazione in bianco/nero mediante mixer colori (metodo molto più elastico della "desaturazione") centrato più spesso sul verde che sul consueto rosso, equalizzazione con curva di contrasto ad "S" per annegare i neri e sparare le alte luci. In questo modo si accentua l'atmosfera, e si trasmette più fedelmente l'idea della distanza tra un "dentro", oscuro e sofferto, ed un "fuori" che brucia e spaventa.

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